Emozioni, sensazioni profonde e mutevoli rendono lo scorrere, apparentemente sempre uguale, delle stagioni diverso nel tempo e nella vita di ognuno.

 

L’ inverno

È la stagione del riposo.

La neve ricopre ogni cosa, persone e animali godono il confortevole tepore della stalla.

I ritmi lavorativi rallentano e ci si dedica ai lavori che non si possono fare durante il periodo delle attività all’aperto.

C’è anche il tempo per coltivare le relazioni sociali: alá per vela, alá sédè, cioè ritrovarsi durante la giornata o la sera, è cosa frequente.

E come dimenticare l’atmosfera di gioia e di serenità del periodo natalizio, non ancora turbato dal grande flusso turistico dei nostri giorni?

La primavera

Arriva pigramente a marzo, in lotta con l’ultima neve.

Segna la ripresa dei lavori all’aperto, sempre uguali, sempre con lo stesso ritmo.

Poco a poco i prati rinverdiscono e offrono numerose erbe commestibili, molto apprezzate dopo la lunga astinenza invernale.

La natura veste i suoi colori più belli ,ma il tempo per goderli è poco: il lavoro incombe!

L’ estate

nStagione breve, se è vero, come dicevano i nostri vecchi, che il giorno dell’Assunta (15 agosto) dopo i vespri inizia l’autunno!

È la stagione dei grandi lavori, primo fra tutti la raccolta del fieno: lavoro pesante e pressante, spesso in lotta con la pioggia.

È anche la stagione in cui il turismo porta un po’ di novità e di movimento, anche se siamo molto lontani dallo sviluppo turistico dei nostri giorni.

La vita è ancora scandita dal ritmo lento e sempre uguale delle stagioni.

L’ autunno

Senza bisogno di almanacchi o calendari all’inizio di settembre l’er dè l’outón, l’aria dell’autunno, scende dai monti!

L’atmosfera più limpida e trasparente, la luce del sole più tersa, le ombre più scure non lasciano dubbi: è la stagione che conclude il periodo dei grandi lavori iniziata in primavera.

Settembre e ottobre, dolcemente, seppure attivamente, ci portano verso novembre, verso il riposo invernale.