Introduzione

Anche le lavorazioni sono scomparse nel volgere degli anni.

Di esse, per fortuna, rimangano delle tracce, a dimostrazione di quanto l’ingegno umano possa adattarsi a ogni situazione. In una economia di pura sussistenza le lavorazioni sono fondamentali.

Grande protagonista l’acqua, con la sua energia feconda. Ed ecco i manufatti in legno, in ferro, in pietra, i tessuti, i manufatti in lana e i piccoli commerci che essi consentono, e che rendono sostenibile la faticosa quotidianità.

 

IL LEGNO

I segantini, foto di Giancarlo Bini, da Lassù gli ultimi

Materiale fondamentale, il legno entrava nella vita quotidiana nei modi più vari: abitazioni, utensili, calzature, stoviglie, lavorazioni e molto altro.

Tutto ciò non senza problemi per i boschi, che non sempre hanno retto a tutto questo consumo, provocando spesso proteste e anche processi.

Ora che i nostri boschi sono tranquilli, anche se spesso trascurati, a noi rimangono dei ricordi che inseguiamo perché non vadano persi.




IL FERRO

LA PRODUZIONE DELLE ZAPPE

In Valcamonica, a Brenno e a Berzo troviamo delle fucine con i magli azionati ad acqua: un lembo del nostro passato. Il pesante maglio che forgia il pezzo riporta alla nostra memoria Biech e lo Favret, con le loro forge lungo l’Evançon, rispettivamente a Periasc e a Champoluc.

Qui le fucine tacciono ormai da lungo tempo, ma a Lignod, ogni tanto, si possono ancora sentire dei colpi di maglio che risuonano nella piccola fucina di Italo e di suo figlio Manlio.


LA PIETRA

LA LAVORAZIONE DELLA PIETRA OLLARE

A St. Jacques e nella valle delle Cime Bianche sono numerose le tracce della lavorazione della pietra ollare, ma per vedere quella lavorazione abbiamo dovuto andare lontano: in Valbrutta, una valle laterale della Valmalenco.

Qui, come per magia, si sono palesate ai nostri occhi, lungo il torrente, le casette, custodi di torni aviti, e anche un tornio, perfettamente funzionante, che ci ha illuminati sull’origine delle numerose ‘carote’ di pietra che da tempo ci avevano incuriositi.

IL PANE

Il pane, foto di Gianfranco Bini, da Lassù gli ultimi

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

L’eco di queste parole attraversa i secoli e il pane entra, insostituibile fonte di vita, nella storia di ogni uomo.

All’origine di questo dono universale è il grano, frutto di lavoro e di fatica, che, sublimato dai tormenti della macinatura, purificato dall’ardore del fuoco, si fa viatico nel cammino dell’umanità.


LE PATATE

Le patate, foto di Gianfranco Bini, da Lassù gli ultimi

Le patate, arrivate in Valle alla fine del ‘700, sono state accolte con grande diffidenza, forse dovuta anche al fatto che, lasciate alla luce, diventano verdi ed altamente tossiche.

Fu la carestia del 1817 a farle apprezzare, in quanto davano una produzione abbondante e si adattavano bene anche alle alte quote. Prima della patata era molto diffusa la pastinaca, una radice a fittone, bianca e carnosa, che è poi stata dimenticata.




IL LATTE

Il latte, foto di Gianfranco Bini, da Lassù gli ultimi

Sempre presente nell’alimentazione quotidiana, il latte è cibo quanto mai versatile. Può essere bevuto nella sua forma originaria, ma diventa anche panna, burro, formaggio, brótza (simile alla panna ma meno grassa), ricotta e, dopo la lavorazione per trasformarlo in burro e formaggio, siero per gli animali.

Inoltre la parte eccedente del latte e dei suoi derivati, rispetto alle necessità della famiglia, può essere venduta e contribuisce così al piccolo gruzzolo che consente di comprare quanto non può essere autoprodotto.


LA LANA

LA LAVORAZIONE DELLA LANA

Le mani delicate accarezzano la lana che diventa filo; il rocchetto, mosso dalla ruota dell’arcolaio, lo accoglie e lo avvolge, giro dopo giro. La lana, dono prezioso, si trasformerà col lavoro paziente delle donne in caldi e soffici indumenti.

Lana bianca, grigia, scura: colori vari per usi diversi. Canottiere, golf, calze, guanti, berretti, sciarpe, tutto viene prodotto in casa. Per i bambini e le ragazze la gamma di colori viene aumentata con l’aiuto delle tinture Super Iride, facilmente reperibili alla censa, l’unico negozio del villaggio.

Come sempre le bambine osservano e imparano, cimentandosi con i primi lavoretti: allargare i fiocchi di lana da cardare, tentativi di cucito o di lavoro a maglia.