Introduzione
L’air de l’aoutòn l’a dza soffla su la montagne*
Un proverbio patois avverte che il 15 agosto (Meóht), il giorno dell’Assunta patrona di Antagnod, dopo i vespri inizia l’autunno. Effettivamente a fine agosto l’aria cambia, diviene più tersa e trasparente, le ombre più scure, le notti più fresche. A volte fa capolino la brina e anche la neve!
Due mesi: settembre e ottobre, per portare a termine gli ultimi lavori: la provvista di legna nel bosco, il secondo taglio del fieno, la raccolta delle patate, il rientro delle mucche dagli alpeggi, la concimazione dei prati. Novembre forse porterà già la neve e con essa il lungo inverno.
(*) La desarpa ℗ Les Citharins

La desarpa
Gli ultimi giorni di settembre lungo tutta la valle risuonano i grandi campanacci delle mandrie che, lasciati gli alpeggi, ritornano al piano (desarpa). In testa alla mandria le due regine: la regina delle corna e la regina del latte con i loro grandi mazzi di fiori.
Quando la mandria passa nel villaggio tutti accorrono ad ammirarla; quelle che suscitano maggiore attenzione sono le due regine che incedono maestose e regali in testa alla mandria, accanto ai loro proprietari.
A volte però la desarpa è muta e silenziosa: non ci sono campanacci. Qualcuno è mancato in quella famiglia: la desarpa è a lutto.
Il pascolo d’autunno
Ottobre!
Le mucche sono rientrate dagli alpeggi.
All’ora del pascolo, mattina e pomeriggio, le strade del villaggio e i prati circostanti si animano al suono dei campanacci.
Le giornate si accorciano, dopo il tramonto l’aria è fredda e allora perché non accendere un bel fuoco per scaldarsi e cuocervi due patate, magari rubate in un campo vicino?

La raccolta delle patate
Sono numerosi i campi, grandi e piccoli, coltivati a patate, cibo fondamentale in un’economia di pura sussistenza.
Nei campi più grandi il lavoro è velocizzato e alleggerito dall’aratro, che apre i solchi lungo i quali numerose persone raccolgono le patate e rincalzano la terra.
Nei campi più piccoli, la fatica lenta e costante di poche persone che, solco dopo solco, raggiungono la sommità del campo.
Scendono le pecore
L’arrivo della prima neve sugli alti pascoli fa scendere anche le pecore, le ultime a lasciare gli alpeggi.
Per loro non c’è una desarpa con campanacci e regine, scendono silenziose, sotto lo sguardo vigile dei cani e del pastore. I muli portano le poche masserizie e gli agnellini appena nati.
La concimazione dei prati
Il secondo taglio e il pascolo delle mucche hanno eliminato l’ultima erba, i prati sono pronti per la concimazione.
Il letame, accumulato in primavera agli angoli dei prati, viene ora caricato nelle bisacce sul dorso degli asini e portato nei prati, dove viene sparso in attesa della neve che lo ammorbidirà e lo farà penetrare nel terreno.
Finché questa non arriva può essere comodo portare il letame, appena tolto dalla stalla con la tzeuvera, direttamente sui prati, magari con un improbabile carrettino.
La trebbiatura del grano
Nel villaggio si rincorrono ritmici colpi di bastone, provenienti dalle ere (aie) dei rascard. È un battere e levare dal tempo costante, quasi musicale. È la trebbiatura.
I bastoni di nocciolo, più elastici, di frassino, più duri, salgono e scendono sulle spighe che lasciano a terra il loro frutto. Verrà raccolto, pulito dalle scorie con il sapiente ondeggiare del vaglio, e portato al mulino per diventare farina e, alla fine, il pane quotidiano.
Il giorno dei Santi
Primo novembre, giorno dei Santi. È una data importante densa di contenuti e di significati.
Il cimitero, coperto di fiori, esprime tutto l’amore e il rimpianto che pervadono l’animo di coloro che vengono, anche da lontano, a trovare i propri cari. Il suono delle campane contribuisce a rendere questi momenti più solenni. Le persone si rivedono, si salutano, ricordano …
Il primo novembre segna anche il passaggio dall’autunno all’inverno. Dal peio si scende nella stalla che diventerà un’abitazione calda e confortevole nei mesi più freddi.