Introduzione
Lo tens di fen è sicuramente il periodo più faticoso dell’anno; il lavoro è molto pressante, bisogna approfittare del bel tempo quando c’è, perché la pioggia rovina il fieno.
Dai paesi della bassa valle, dove i fieni sono già terminati, arrivano numerose persone che si propongono come ovré di fen e sono un aiuto prezioso.
Il trasporto del fieno avviene a dorso di mulo, o sulla slitta, o sulla testa delle persone.
A partire dagli anni ’70 la falciatrice prima, l’imballatrice e il trattore poi, renderanno il lavoro più veloce e meno pesante e sparirà la figura degli ovré di fen.
Il taglio
Sono le quattro del mattino.
Sui prati già sono al lavoro i falciatori.
Lavoro duro il loro. Curvi sulla falce ne seguono il movimento con una possente ed elegante torsione del busto.
Dietro la Testa Grigia occhieggia il nuovo giorno.
A poco a poco anche il sole farà capolino e avvolgerà ogni cosa col suo calore.
Il trasporto con la slitta
La slitta dei fieni, più leggera delle altre, è un ottimo mezzo per portare a casa il fieno.
Si possono fare trosse (pacchi grandi) e spesso per trascinarla si può fare ricorso al mulo o all’asino, risparmiando molta fatica.
Ma anche dove questo aiuto non è possibile la slitta è pur sempre vantaggiosa.
Il trasporto con il mulo o sulla testa
Il dorso del mulo o dell’asino è il mezzo più comune per trasportare il fieno dal prato al fienile.
Il grande pacco oscilla seguendo il passo dell’animale sul sentiero più o meno accidentato. Ma non cade perché il conduttore tiene gli ehpion, due lunghi bastoni infilati nel pacco, con mani esperte, e accompagna il viaggio del fieno e dell’animale sino a destinazione.
Dove neppure gli asini o i muli possono andare, il pacco di fieno finisce sulla testa delle persone.
La pioggia
La pioggia danneggia il fieno secco. Per fortuna è l’ultimo pacco.
Un poco di fieno e un fiorré (telo) risolvono la situazione fino all’arrivo del mulo, che sarà accompagnato da Grazia sino al fienile.
L’ultimo fieno
Gli ultimi avanzi di fieno, rimasti sotto e accanto al pacco caricato sul mulo, vengono accuratamente rastrellati, messi nel fiorré (telo) e portati sulle spalle o sulla gerla, fino al rascard o al prato successivo.
L’arrivo della meccanizzazione
Alla fine degli anni sessanta arriva la meccanizzazione: la falciatrice, poi l’imballatrice e il trattore.
Il lavoro diventa più veloce e meno faticoso.
Scompare la figura degli ovré di fen e anche gli asini e i muli diminuiscono sensibilmente.