Introduzione
A giugno quasi tutte le mucche salgono ai pascoli alti.
Molte famiglie le portano in piccoli alpeggi non lontani dal villaggio e, con grande fatica, si dividono tra i lavori a valle e la cura degli animali.
Chi non gode di questa possibilità, affida le mucche ai proprietari delle grandi mandrie, in alpeggi più lontani.
Qui non sono gli animali al servizio delle persone, ma le persone al servizio degli animali, come ebbe a dire un pastore.
Tutta la giornata, dall’alba a sera, è infatti concentrata sulla cura degli animali, la produzione e la stagionatura delle fontine.
Il mattino
La giornata all’alpeggio inizia molto presto: alle quattro la prima mungitura e la preparazione delle fontine del mattino. Poi una breve colazione e ognuno si dedica ai propri impegni. Lo grand bergé (il capo pastore), li bergé (i pastori) e li cit (i bambini) portano le mucche al pascolo.
Quelli rimasti riprendono le attività di ogni giorno: lo fruté (il casaro) lava l’attrezzatura usata per fare la fontina e prepara la polenta; li sedgé (gli inservienti) mungono le capre, tagliano l’erba, spaccano la legna, puliscono la stalla, concimano i prati; lo sayoù, l’addetto alla pulizia e salatura delle fontine, porta in cantina quelle del giorno prima, impilate su l’ojel.
Gli unici ad avere spazio per la meditazione e la contemplazione sono li bergé (i pastori).
Il pomeriggio
Dopo il riposo pomeridiano, riprende il ciclo delle attività quotidiane. Verso le sedici, la seconda mungitura impegna tutti: i grandi mungono, i bambini y pórton colà (cioè vanno e vengono dalla stalla alla caldaia con i secchi colmi di latte).
In seguito ognuno si dedica al proprio lavoro. Li bergé e li cit portano le mucche al pascolo; lo fruté trasforma il latte in fontina; li sedgé si dedicano alle mille incombenze che la vita dell’alpeggio comporta.
A sera, con il rientro delle mucche ed un breve pasto si conclude un’altra lunga giornata di lavoro.